giovedì 3 settembre 2015

2015: Visto per voi Terminator Genisys - Saga Terminator

Schwarzy è tornato, sempre implacabile, ma con un po’ di humor, sbarca nei cinema il reboot della saga sci-fi di James Cameron.

La saga di Terminator ha avuto inizio con i due episodi firmati da Cameron ed è continuato con le Macchine ribelli e Salvation. Questo episodio è legato ai film cameroniani.

Nuovi attori per i protagonisti Emilia Clarke nei panni di Sarah Connor, Jay Courtney in quelli di Kyle Reese e Jason Clarke, nelle vesti di John Connor.

Siamo nel 2029 D.C. e John Connor è a capo della resistenza umana contro le macchine. All’offensiva su Los Angeles John è informato che Skynet, la rete senziente che governa i robot e vuole distruggere l’uomo, attaccherà parallelamente su due fronti – passato e futuro – per vincere la guerra. Esattamente come avveniva nel cult del 1984, il cui inizio è ricostruito inquadratura per inquadratura, John manda il suo fido luogotenente, Reese, indietro nel tempo per salvare sua madre e garantire la propria esistenza. Ma quando Kyle giungerà nel passato scoprirà che è totalmente mutato, perché alcuni avvenimenti hanno creato una frattura temporale.

In questa differente dimensione un terminator era stato mandato indietro per uccidere Sarah Connor bambina e così la resistenza aveva mandato un proprio cyborg per proteggerla. Quindi, dopo che i suoi genitori erano stati uccisi dal cyborg cattivo, il T-800 riprogrammato – uno Schwarzy incanutito con giubbino di pelle e mitra sempre alla mano – l’aveva cresciuta e addestrata per affrontare il suo destino, trasformandola in una agguerrita guerriera. Kyle, Sarah e il vecchio Terminator ora alleato devono vedersela con un nuovo micidiale nemico: lo stesso John Connor, che è stato trasformato da Skynet in un T-3000, ibrido umano-cyborg nanotecnologico.

Mi è stato difficile far quadrare la trama con quattro film precedenti e tanti sbalzi temporali, si è catapultati dal 2029 al 1984, per poi rimbalzare al 1997 e da lì al 2017.

Se “Rise of the Machines” puntava tutto sull’action e Salvation si avventurava su una china più introspettiva, Genisys sceglie un taglio più comedy, dove la comicità è affidata soprattutto al vecchio Arnie, molto buffo nel tentativo di superare la sua implacabilità robotica socializzando e umanizzandosi.

Schwarzy, grazie alle magie del digitale, offre il meglio nella scena in cui combatte contro il se stesso giovane, e quando ripete la frase «Sono vecchio, ma non obsoleto», ci invita a guardare avanti e a non voltarci indietro, in modo da poterci godere le esplosioni e le gag senza troppi sensi di colpa o rimpianti.