giovedì 17 aprile 2014

Le idi di marzo

Le primarie democratiche in Ohio sono fissate per il 15 marzo: Stephen Meyers lavora per uno dei candidati alla presidenza, il governatore Morris.

Al quarto film da regista, George Clooney riprende in mano il discorso sulla politica e sul potere adattando per lo schermo l’opera teatrale "Farragut North" di Beau Willimon, utilizzandone le tematiche più come fucina di elementi drammatici e come sfondo, che in una chiave di denuncia o di schieramento a favore di una tesi.

In politica, nelle campagne elettorali in particolare, quello che appare è quello che conta, il rispetto delle regole è un handicap, la contromossa – anche sporca – una cartuccia da tenere sempre a disposizione; dietro la patina immacolata si trova un groviglio di intrighi, di malaffare, di compromessi indicibili; a dire: il governatore Morris sembra un uomo affidabile, ma la sua immagine è solo la punta visibile di un iceberg sommerso.

Stephen Meyers, vero e proprio guru della comunicazione, regista della campagna che decide le tattiche, dispone le pedine in campo, muovendole secondo le esigenze, ha il compito di rendere interessanti le questioni proposte dal suo candidato. Ma l’eccesso di disinvoltura crea mostri: il rivale Tom Duffy, riconoscendone la bravura e la conseguente pericolosità, gli chiede di incontrarlo; ingenuamente il nostro accetta: con quel suo semplice consenso Stephen perde la partita, avendo messo in discussione, senza accorgersene, la lealtà al team al quale appartiene.

Trama
Provato dal suicidio della stagista-amante, messa incinta da Morris (l’aborto viene finanziato dal fondo cassa, l’eliminazione del fattaccio è del resto vitale per la riuscita della campagna) diventa improvvisamente cinico e calcolatore; da collaboratore fedele ed entusiasta, di fronte alla necessità di mettere da parte la sua fede nel candidato per le logiche impietose dei giochi di potere, si trasforma in una macchina di vendetta.