martedì 12 agosto 2014

Film vintage: La dolce vita


Confronto fra Giovanni Battista Montini, arcivescovo di Milano, divenuto Papa Paolo VI e Giuseppe Siri, arcivescovo di Genova a proposito del film La dolce vita di Federico Fellini. La vicenda è stata ricostruita grazie a due lettere inedite ritrovate dallo storico Paolo Gheda.






Il film del grande regista riminese uscì nelle sale nel 1960 e mentre Giovanni Battista Montini criticò il film, pur ammettendo di non averlo visto e di non avere intenzione di andare a vederlo, Giuseppe Siri, arcivescovo di Genova, riconobbe al film dei meriti e apprezzò le capacità di Fellini, come autore e come regista.


 

Il 6 febbraio 1960 sul giornale Nuovo Cittadino, quotidiano cattolico di Genova, viene recensito positivamente il film, gli si riconosce la capacità di denunciare un “mondo in putrefazione” con la rappresentazione di scene scabrose, audaci e violente. L’articolo elogia il regista e la sua opera e attribuisce a Federico Fellini la capacità di aver realizzato un vero e proprio documento sociale.

Al contrario, a Milano, la visione del film, negli stessi ambienti cattolici, desta dolore ed impressione per il suo contenuto, tanto che Montini sorpreso ed impensierito dalla recensione del film ritiene giusto comunicare a Siri la sua preoccupazione: “Io ricevo suppliche e proteste molto gravi quasi si tratti d’un film di tale immoralità e di tale cattivo esempio della depravazione umana che si vorrebbe qualche intervento dell’autorità ecclesiastica per farlo togliere dagli schermi.”.

Il cardinale genovese risponde che è d’accordo nel correggere il giudizio favorevole espresso dal suo giornale a proposito del film e di non aver parlato di visibilità. Anche lui ritiene sia meglio che i fedeli non lo vedano ma riconosce l’indubbio valore del film elogiando la scelta del regista di mostrare la realtà e il disfacimento dei costumi. Secondo lui, che è ben calato nella realtà quotidiana, la chiesa deve prendere atto che il film ha suscitato tanto scalpore “poiché molti si sono visti descritti hanno avuto paura di se stessi”.