martedì 12 agosto 2014

2010 - Visto per voi: Predators


Titolo originale: Predators
Regia: Nimród Antal
Sceneggiatura: Alex Litvak , Michael Finch
Musiche: John Debney
Fotografia: Gyula Pados
Montaggio: Dan Zimmerman
Scenografia: Caylah Eddleblute , Steve Joyner
Costumi: Nina Proctor
Interpreti: Royce: Adrien Brody - Isabelle: Alice Braga - Cuchillo: Danny Trejo - Predator: Derek Mears - Noland: Laurence Fishburne - Edwin: Topher Grace
Genere: Azione - Fantasy
Nazione: Stati Uniti d'America
Distribuzione: Twentieth Century Fox
Durata: 117’


Arriva il quinto film della saga di Predator. Qui, dopo un sequel cittadino e due altri film in cui si tentava una fusione con un'altra epopea di carattere alieno, Alien”, grazie alla coerenza del regista si torna al vero senso della storia: cacciatori alieni che catturano gli umani e li usano come prede delle loro battute di caccia. Si tratta di un film del genere “survival” che più che un genere in senso stretto, è un tipo di racconto applicabile a categorie diverse: l'eroe deve sopravvivere in condizioni di assoluto svantaggio a dei nemici che possono essere selvaggi, gangster o alieni proiettati sulle sue tracce. Come il prototipo del 1987, in cui un commando guidato da Schwarzenegger era massacrato nella jungla da un alieno invisibile con lo sguardo a infrarossi, Predators è un mix di fantascienza e di horror.


Ecco la storia: su un pianeta di un altro sistema solare la razza dei Predator ha creato una riserva di caccia dove raccolgono e ammassano esseri viventi di altre razze, rapiti su altri pianeti, li paracadutano nella foresta senza spiegazioni e gli danno la caccia, senza tregua e senza regole, apprendendo nel contempo le loro tecniche e le loro strategie di difesa. Il film ha un inizio fulminante, sul pianeta arriva un gruppo eterogeneo di esseri umani composto da guerriglieri, soldati esperti, killer e mercenari, tutti assassini professionisti e quindi accomunati dalla stessa natura violenta e senza pietà (una cecchina israeliana, un killer del narcotraffico, un uomo della Yakuza giapponese, un guerrigliero africano, un soldato ceceno ecc.). Uno di loro, Royce (Adrien Brody), ex militare di imprecisate forze speciali americane, esperto di tutte le tecniche di sopravvivenza, capisce ben presto che il gruppo è stato messo assieme all’unico scopo di fare da preda a terrificanti extraterrestri appassionati di caccia. Gli umani pur non conoscendosi decidono di collaborare unendosi per combattere gli alieni e tornare sul pianeta d'origine. La strage ha inizio: una dopo l’altra le prede umane sono catturate ed uccise attraverso agguati e trappole. Gli alieni che hanno un aspetto disgustoso, bocche serpentine e sibilanti, sono armati e muniti di una tecnologia superiore a quella degli umani. L’unico aiuto è fornito da un sopravvissuto da una precedente caccia (Laurence Fishburne), che prima offre riparo ai naufraghi, poi tenta di depredarli delle armi e del cibo.


Il risultato raggiunto dal regista è ottimo, Predators si distanzia dal modello originale infatti pur ricalcandone la trama non lo replica passivamente, cita sequenze e fatti ma la storia non mostra cedimenti o momenti di noia. Non pone l'accento nè sui protagonisti, cattivi e buoni della serie, ma sul contesto: vera protagonista della storia è la caccia nella foresta sul pianeta alieno.


Adrien Brody, il protagonista, premiato con l’Oscar per il film di Polanski “Il Pianista” che qui indossa le vesti di un mercenario dai nervi d’acciaio, ha trasformato il suo magro corpo in un corpo degno di un culturista. Alcuni pensano che sia fuori ruolo, a causa del suo aspetto dolce e rassegnato, quasi da sacrificato, ma una vittima che sa che se vuole sopravvivere deve combattere, e lo fa con cinismo e determinazione, senza scrupoli ne sentimentalismi, forse ancora più del suo predecessore Schwarzie. E quando gli eventi lo schiacciano, lo privano delle armi, dei compagni e delle tecnologie affronta il nemico con l’arma bianca in un duello primordiale all’arma bianca, dove sparisce la tecnologia e rimane solo la brutalità dell’uomo e della bestia.